IL DAFNE, ANNO I N° 1
Sembra che da un po’ di tempo su Arzignano aleggi un fantasma che nei momenti in cui si materializza viene segnalato come “il buco in bilancio”. È apparso durante la campagna elettorale e, dopo le elezioni, in maniera indiretta, lo si vede comparire qua e là in varie situazioni: quando qualcuno chiede perché una certa opera pubblica (anche già finanziata e avviata) non va avanti, quando qualcuno chiede perché non si fa più una certa manifestazione, quando qualche fornitore chiede perché non viene pagato per servizi già resi, la risposta è sempre la stessa: non se pole, non ghe zè schei. E qua la cosa incuriosisce. Siccome la matematica non è un’opinione e 1+1 fa ancora 2 (almeno fino a quando un genio matematico non ci dimostrerà il contrario), i numeri certi al momento sono quelli scritti e tra questi i seguenti due: 1) il bilancio 2008 del comune di Arzignano si è chiuso con un avanzo di amministrazione (che nel bilancio di azienda privata sarebbe indicato come”Utile di esercizio Anno 2008”) di Euro 1.242.920,30 (non utilizzato dalla precedente amministrazione e a disposizione per le necessità di Arzignano). 2) il Comune aveva in cassa euro 4.488.454,31.
Questi sono dati certi, certificati dai revisori dei conti e approvati dal Consiglio Comunale il 28/04/2009. Non sembrano numeri di un ente al collasso finanziario. E allora come mai questo fantasma? A meno che con il termine “buco di bilancio”, non si voglia sottolineare la difficoltà di chiudere un bilancio dinamico (com’è di natura qualsiasi bilancio) rispettando i termini previsti dalla normativa per il patto di stabilità.
Ma sono diversi anni che queste difficoltà ci sono: ci sono stati anche cambiamenti delle regole in corso d’anno, e un anno, addirittura, il Governo centrale ha abolito l’ICI sulla prima casa introducendo un’incertezza di 1.700.000 Euro. Tuttavia i bilanci precedenti sono stati chiusi con un avanzo di cassa e rispettando il patto di stabilità. Contemporaneamente, in 5 anni, si sono fatti 23.500.000 Euro di investimenti e si è ridotto l’indebitamento del 3%. Ci vuole dunque dinamismo per guidare il bilancio, dinamismo che è esattamente l’opposto dell’immobilità assoluta vista in queste settimane dopo le elezioni. Viene in mente una favoletta antica: a forza di gridare inutilmente “al lupo, al lupo”, ad un certo punto non ti crede più nessuno.
di Stefano Anzolin
Buongiorno Sig. Anzolin,
RispondiEliminaSe possibile mi piacerebbe avere qualche delucidazione alle sue affermazioni:
1. In base a quanto detto per avanzo intende quindi la differenza tra costi e ricavi?
2. Avanzo significa di conseguenza una situazione finanziaria positiva?
3. Esiste un C/C, un libretto di deposito o quant’altro con disponibili questi soldi?
4. La sua amministrazione come aveva destinato questo utile? Presumo fosse stato indirizzato a determinati capitoli di spesa?
5. Il Comune può liberamente disporre di questi soldi? Per esempio può staccare un assegno e dire con questo paga questa spesa?
6. Si può prendere dei soldi originariamente destinati ad un capitolo di spesa e giralo ad un altro fine?
Qualche volta delle cifre messe lei non basta a chiarire bene la situazione quindi la sarei grato se potesse dare queste semplici informazioni che permetterebbero di capire meglio la situazione.
Grazie e saluti.
Andrea “non anonimo” Ceriolo