Dopo lunga attesa, la nuova amministrazione di Arzignano ha reso note le proprie linee programmatiche di governo per i prossimi cinque anni. Si tratta di nove facciate dense di moralismi e vaghi propositi che tuttavia non toccano minimamente le questioni centrali della vita arzignanese. Se sostituissimo nel testo il nome di “Arzignano” con quello di qualsiasi altra città del Nord Italia, il risultato sarebbe il medesimo (provare per credere!).
Alcuni esempi. La scottante questione del trattamento dei fanghi residui di depurazione (che già non si potrebbero più seppellire per legge dello stato ma la cui soluzione è stata prorogata grazie ad un accordo di programma stipulato dalla precedente amministrazione col Ministero dell’Ambiente) non viene minimamente citata, pur essendo una tematica estremamente urgente e che tocca il fulcro dell’economia cittadina.
La “cultura” viene affiancata dall’immancabile “identità veneta” e si propone di valorizzare gli artisti locali nonché i “siti archeologici” della città. Assisteremo forse alla nascita di un Arzignano Estate Festival “Veneto” più simile ad una sagra di paese che ad una manifestazione di ampio respiro?
Che vuol dire poi che, in ambito di servizi sociali, si interverrà “migliorando i servizi erogati”? In che modo? Negli ultimi cinque anni Arzignano ha conosciuto una notevole crescita delle povertà dei cittadini locali, problema al quale la precedente amministrazione ha dato risposte concrete e tempestive. Ed ora? Relativamente alla questione dell’immigrazione, poi, a fronte delle complesse problematiche legate alla convivenza etnica, si propone curiosamente di tenere d’occhio alcuni luoghi considerati “pericolosi” come, si dice, kebab e phone center. Sarebbe questa l’illuminata politi
Il documento promette poi soluzioni geniali in ambito di viabilità. Peccato però che nulla si dica degli importati lavori avviati alcuni mesi fa e bloccati dall’attuale sindaco (rotatoria San Rocco, ciclabile di via Quattro Martiri, via Crocetta…) e non si specifichi nemmeno vagamente quali dovrebbero essere le nuove strabilianti soluzioni in materia di mobilità. Insomma, poche idee e scarsa conoscenza della città. E per fortuna che questi dovevano “tornare” a farci sorridere!
di Ruggero Orlando
Beh è uno scandalo che abbiano bloccato i lavori alla rotatoria di San Rocco, un'opera attesa da decenni, e non solo dai nostri concittadini. Sono passato per di lì nei giorni scorsi, come penso moltri altri lettori del Dafne, durante gli acquazzoni che ci sono stati. Nella carreggiata c'erano 10-15 cm di acqua piovana e gli automobilisti che sopraggiungevano da Chiampo alzavano "tsunami" di un metro e mezzo. Con il rischio concreto di perdere il controllo del proprio veicolo e di finire nella corsia opposta.
RispondiEliminaE' questa la sbandierata sicurezza dell'amministrazione Gentilin?
Cit. "Assisteremo forse alla nascita di un Arzignano Estate Festival “Veneto” più simile ad una sagra di paese che ad una manifestazione di ampio respiro?"
RispondiEliminaNon mi è chiaro il nesso tra festival veneto e sagra di paese, forse i Veneti senza aiuti esterni non sono in grado di produrre cultura e intrattenimento di qualità?
Le altre critiche dell'articolo sono legittime, soprattutto quella ai lavori pubblici inspiegabilmente interrotti, questa alla cultura veneta poteva essere risparmiata.
Dipende dalla definizione che si vuol dare a ciò che si pensa possa essere la cultura veneta, visto l'andazzo temo che l'estate prossima vi beccate almeno 5 spettacoli dell'Anonima Magnagatti, il venerdì sera liscio con qualche band dalle parti di Schiavon o Galliera Veneta. Un fine settimana poi credo lo consacreranno all'immancabile rassegna sull'artigianato locale. E' prevedibile poi che si faranno sagre su Baccala' Soppressa Polenta e Osei Sarese Amoli e quant'altro da distribuire nei fine settimana più strategici. Io personalmente suggerirei il rapper veneto Herman Medrano ma temo non verrebbe capito dall'assessore alla cultura ma temo verrebbe giudicato troppo eversivo, rappare sul prosiutto rischia di mettere in serio pericolo il sacro valore identitario della soppressa
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