IL DAFNE ARZIGNANO, MAGGIO-GIUGNO 2010
VOLONTARIATO. Una riflessione per chi s'impegna per far del bene alla città
C’è l’Arzignano che compare ogni giorno sui giornali, quella della frode IVA, delle fatture gonfiate, dei bulli, dei proclami sulla sicurezza e sugli stranieri, dell’illusione del guadagno facile, dell’inganno che fare i furbetti in fondo “paga”, l’Arzignano di chi distrugge solo per il gusto di andare contro coloro che hanno amministrato in precedenza, di chi continua a gettare fango sulle persone. Ma se voltiamo la pagina immaginaria del nostro giornale, scopriamo l’altra Arzignano, quella che lavora in silenzio, quella che non compare sui quotidiani e non fa notizia.
La vera Arzignano che cresce nella solidarietà, che sa guardare al diverso con fiducia, che non ha paura di sporcarsi le mani. E’ la città della centinaia di persone che lavorano nel volontariato, dedicando il loro tempo a chi è in difficoltà e semplicemente chinandosi sul dolore di tutti, per costruire progetti di solidarietà, per stare vicino agli anziani o alle famiglie con problemi. E’ l’Arzignano che raccoglie al suo interno persone di vari continenti, persone che credono nel servizio e si mettono in gioco per far crescere la nostra città e lanciare un messaggio diverso ai giovani, forse impopolare, ma impegnativo, non illusiorio e degradante come quello trasmesso dai vari “furbetti” che ci circondano. Questo volto di Arzignano, questa realtà che permea il nostro tessuto in silenzio, senza fare chiasso, è il volto che desideriamo porre in risalto, che desideriamo mettere in “prima pagina”, perché queste persone sono la vera città, un cuore che pulsa e costruisce, combatte, perché si realizzino servizi sempre migliori per chi vive situazioni di malattia o di disagio, che accoglie bambini e giovani, che si inventa attività e manifestazioni per creare comunità, raccogliere fondi, costruire ponti di SOLIDARIETA’. Oggi in prima pagina desideriamo porre loro: le associazioni di volontariato e tutte le persone che ne fanno parte. A tutti loro il nostro grazie.
Lorella Peretti
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