IL DAFNE ARZIGNANO, MAGGIO-GIUGNO 2010
Il trasloco del Maestro dei crodaioli
Il Maestro Bepi De Marzi se n’è già definitivamente andato da Arzignano. Le ragioni della triste scelta sono state da lui stesso ampiamente spiegate e commentate e su esse non intendiamo tornare.
Arzignano non è solo la città degli scandali finanziari (di cui peraltro il nostro Sindaco tace ostinatamente) ma è nota negli ambiti della cultura “alta” proprio grazie alla musica e alla poesia di Bepi De Marzi. Bepi è da sempre il cantore della nostra valle, animo critico e colto della nostra società, voce e interprete di quella cultura veneta che sa parlare di sé al mondo, uscendo dagli schemi provincialisti, soffocanti e quasi “patologici” di chi ritiene che l’identità di una società civile si debba difendere parlando il dialetto nella aule consiliari o nelle scuole.
Troviamo invece che si tratti di un atteggiamento estremamente miope quello tenuto dall’Amministrazione Comunale nei confronti di tale grave risoluzione. Il Sindaco e la giunta, infatti, anziché dissuadere il compositore arzignanese dall’andarsene, consapevoli che la sua uscita dalla cittàrappresenterebbe un impoverimento generale della proposta culturale nonché un brutto colpo per l’immagine della città stessa, si infila in una sterile polemica facendogli poi degli arroganti auguri di maniera per la sua vita futura. “Bepi De Marzi chi?!?”, dice l’assessore alla sicurezza, convinto evidentemente che i suoi poveri provvedimenti sui movimenti dei vigili urbani sopravvivano nella storia oltre “Signore delle Cime” o “Porta Calavena”.
Se non possiamo nutrire la speranza di un ripensamento, auspichiamo che quello del caro Maestro sia almeno uno spostamento momentaneo. Caro Bepi, Arzignano ha ancora un gran bisogno di te!
I consiglieri di minoranza
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