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Si è chiuso un anno tra i più difficili degli ultimi venti per l'economia della valle. La crisi economica mondiale ha investito impietosamente tutti i settori economici e, in particolare, la concia. I dati diffusi dalle organizzazioni sindacali evidenziano un pesante ricorso alla cassa integrazione e la perdita secca di posti di lavoro, interessando centinaia di famiglie. A questa recessione si è aggiunta l'inchiesta sull'evasione fiscale, con la contestazione di astronomiche cifre di evasione.
Di fronte a questa complessa e grave situazione è mancata completamente la voce dell'amministrazione comunale, unica istituzione che avrebbe potuto giocare un ruolo di promozione super partes di nuove direzioni di sviluppo. C'è estrema necessità che la parte sana del mondo conciario possa evidenziare il suo volto virtuoso, rendicontando socialmente le attività in campo ambientale, occupazionale e anche fiscale. C'è bisogno di riscrivere la carta d'identità della concia e importanti proposte sono venute dal mondo conciario stesso, come quella di rivedere la normativa sull'iva. Dove spingere poi per assicurare comunque sufficienti posti di lavoro, meglio se qualificati, in questa nuova prospettiva? Qui anche i comuni possono metterci qualcosa: spingendo sul risparmio energetico o pensando ai servizi sociali come leva di sviluppo e occupazione, ad esempio. Per scavalcare la crisi e l'emergenza serve coraggio e servono investimenti in grado di generare nuovo sviluppo sostenibile.
stefanofracasso.blogspot.com
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