domenica 17 gennaio 2010

LETTERA ALLA BEFANA: la letterina ai tempi della crisi

IL DAFNE ARZIGNANO, I, GENNAIO 2010
(tutto il numero disponibile online, qui)

CARA BEFANA, sono in cassa integrazione da settembre. Alora sono andato in municipio per parlare col Sindaco ma mi hanno messo in lista di attesa come se dovessi fare la risonanza magnetica. Mi hanno detto che il sindaco durante la settimana fa il dottore e il sabato domenica fa il sindaco. Ma io sto bene di salute, non ho mica male. Alora mi hanno mandato da quell'altro, quello che fa finta di fare il sindaco anche lui. Io non ho capito che lavoro che fa lui, perchè non è sindaco ma neanche dottore. Mi ha spiegato che deve correre di qua e di là perchè deve decidere tante cose. Io ho capito che deve tenere caldi tanti caregoti e che, se non sta tento, resta senza di qualcuno. Ma questo non glielo mica detto. Comunque lui per quelli in cassa integrazione non può fare niente perchè non ha la delega. Alora mi hannomandato dall'assessore del bilancio. L'assessore del bilancio mi ha detto che non ci sono soldi per quelli in cassa integrazione perchè devono cambiare le panchine in piassa dopo che uno con la macchina gli è andato addosso perchè non le ha viste. Alora gli tocca di spendere 18.000 euro per sette panchine. Ho raccontato all'assessore che una volta con la vespa sono andato addosso alla colonna del Grifo e ho schisato la bandinela. Così ho chiesto se potevano spostare anche il Grifo ma mi ha detto che per quello i soldi non ci sono. Anche il mio amico Obu è in cassa integrazione. Però lui in municipio non riesce ad arrivare perchè ogni volta che prende la macchina i vigili lo fermano per fare i controlli e allora arriva sempre in ritardo. Lui mi ha detto che fanno i controlli per la sicurezza. Da settembre lo hanno controllato sette volte sempre per la sicurezza. Obu lo conosco da sedici anni. Lavoriamo nella stessa conceria. Io non l’homai visto far male a nessuno, ma lo controllano tante volte lo stesso. Suo figlio che fa l'asilo lo ha chiamato Toni, come me. Una volta ho detto a sua moglie che poteva fare compagnia a mia suocera che ha l'alzhaimer e prendersi qualcosa. Per ringraziarmi ha chiamato suo figlio Toni anche se non mi somiglia perchè è moro. Cara Befana, alla fine io ho capito che la cosa migliore è avere un lavoro e arrangiarsi. E alora ti domando se puoi portarmi un lavoro. E uno anche per Obu così non lo controllano più. Perchè anche se è musulmano anche lui ha due figli e uno si chiama Toni, come me. Grazie per quello che farai,                        
 Toni.

1 commento:

  1. Che dire,che non è una storia vera? sarebbe mentire ,meravigliosa non si può dire altro,meravigliosa storia che purtroppo oggi cinvolge più di uno di noi,se posso esprimere un giudizio non mi resta che darvi un bel 10
    grandi

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