IL DAFNE EXTRA
IL CASO. Sale la protesta per la decisione del Comune di eliminare le sedute in marmo
Panchine, spuntano i comitati per la difesa
Pioggia di lettere e mail per tutelare le opere poste in Piazza Marconi
«Dopo il caffè visita ai resti delle panchine»: in piazza Marconi, ieri mattina, a visitare quelle che sono state definite «le rovine» degli arredi pubblici erano in una quarantina. E se all'iniziativa della visita, nata su Facebook, si sommano i circa 150 iscritti al gruppo "Non toccate le piazze di Arzignano" e le lettere e le e-mail piovute in questi giorni al nostro giornale, è evidente che la protesta è divampata.
Contro ma anche pro i martelli pneumatici in piazza, che nei giorni scorsi hanno già eliminato 3 delle 7 panchine, gli arzignanesi si dividono fra chi parla di un evitabile spreco di denaro pubblico e chi approva il nuovo assetto della piazza. «È una vergogna - sbotta Angela Coda - sprecare soldi pubblici per togliere panchine che non hanno nemmeno un anno». «È uno scempio - incalza Floriano Campi -. Dire che sono pericolose per le manovre delle auto è pretestuoso».
PRO PANCHINE. «È uno schifo - afferma Mirka Pellizzari di passaggio in piazza - prima ci si poteva fermare, sedersi e chiacchierare. Ora il centro torna in balia delle auto». «Ogni progetto è migliorabile, anche questo, ma si poteva discuterne con spirito costruttivo. Distruggere mi sembra solo segno di volontà di fare dispetti alla precedente amministrazione» commenta Damiano Steccanella. Mentre Giovanni Fazio ricorda al sindaco «che i passeggini dei bambini sono ad altezza di tubo di scappamento e che le piazze non sono parcheggi».
Amareggiata anche Daniela Dal Grande: «Non solo perché si buttano i soldi, dopo aver detto più volte che c'erano buchi di bilancio, ma perché si interviene su una piazza che era perfetta». Spiega Angela Gasbarre, seduta su una panchina "superstite" con la figlia Ambra. «Distruggere le panchine è un'assurdità».
CONTRO LE PANCHINE. Diego Farina concorda invece con l'opinione di chi ha definito "sarcofagi" gli arredi urbani: «Sono brutte e non servono a niente». Gli fa eco Michele Zanconato: «Sono poco usate, o meglio sono usate ma non certo dagli arzignanesi». D'accordo anche Marta Carlotto: «Un amico ha fatto manovra con l'auto e ci ha sbattuto contro, con il risultato di 6 mila euro di danni». «Lavoro in centro e molto spesso ho visto sbattere auto e furgoncini. Alcune volte sono usciti anche i vigili per il verbale», racconta Lisa Castegnaro.
Qualche altro cittadino si schiera dalla parte dell'amministrazione e preferisce attendere la fine dei lavori per esprimere un parere.
L'EX SINDACO. Di «sfregio alla piazza» e «delirio distruttivo» parla l'ex sindaco Stefano Fracasso. «Questa giunta aveva promesso il sorriso - spiega l'attuale consigliere di minoranza - e ha portato in piazza solo la tristezza dei martelli pneumatici. È un'amministrazione che sa solo distruggere e non costruire. Sarebbe stato meglio che i soldi, che per mesi hanno detto che mancavano, non ci fossero stati davvero. Ci saremmo risparmiati questa inutile follia».
Amareggiata Lorella Peretti, consigliere di opposizione: «Mi intristisce vedere distruggere il lavoro fatto con tanta passione. Questo non è amore per la città ma sterile e inutile protagonismo». «Per il capriccio di un assessore, a cui le panchine "fanno schifo" - rincara la dose Gianfranco Signorin - e per accontentare qualche commerciante e qualche automobilista si sprecano soldi pubblici e si torna indietro di vent'anni. Privilegiare la pedonalizzazione, costruire una città vivibile a misura di persona, non è di destra né di sinistra, ma è questione di buon senso».
Contro ma anche pro i martelli pneumatici in piazza, che nei giorni scorsi hanno già eliminato 3 delle 7 panchine, gli arzignanesi si dividono fra chi parla di un evitabile spreco di denaro pubblico e chi approva il nuovo assetto della piazza. «È una vergogna - sbotta Angela Coda - sprecare soldi pubblici per togliere panchine che non hanno nemmeno un anno». «È uno scempio - incalza Floriano Campi -. Dire che sono pericolose per le manovre delle auto è pretestuoso».
PRO PANCHINE. «È uno schifo - afferma Mirka Pellizzari di passaggio in piazza - prima ci si poteva fermare, sedersi e chiacchierare. Ora il centro torna in balia delle auto». «Ogni progetto è migliorabile, anche questo, ma si poteva discuterne con spirito costruttivo. Distruggere mi sembra solo segno di volontà di fare dispetti alla precedente amministrazione» commenta Damiano Steccanella. Mentre Giovanni Fazio ricorda al sindaco «che i passeggini dei bambini sono ad altezza di tubo di scappamento e che le piazze non sono parcheggi».
Amareggiata anche Daniela Dal Grande: «Non solo perché si buttano i soldi, dopo aver detto più volte che c'erano buchi di bilancio, ma perché si interviene su una piazza che era perfetta». Spiega Angela Gasbarre, seduta su una panchina "superstite" con la figlia Ambra. «Distruggere le panchine è un'assurdità».
CONTRO LE PANCHINE. Diego Farina concorda invece con l'opinione di chi ha definito "sarcofagi" gli arredi urbani: «Sono brutte e non servono a niente». Gli fa eco Michele Zanconato: «Sono poco usate, o meglio sono usate ma non certo dagli arzignanesi». D'accordo anche Marta Carlotto: «Un amico ha fatto manovra con l'auto e ci ha sbattuto contro, con il risultato di 6 mila euro di danni». «Lavoro in centro e molto spesso ho visto sbattere auto e furgoncini. Alcune volte sono usciti anche i vigili per il verbale», racconta Lisa Castegnaro.
Qualche altro cittadino si schiera dalla parte dell'amministrazione e preferisce attendere la fine dei lavori per esprimere un parere.
L'EX SINDACO. Di «sfregio alla piazza» e «delirio distruttivo» parla l'ex sindaco Stefano Fracasso. «Questa giunta aveva promesso il sorriso - spiega l'attuale consigliere di minoranza - e ha portato in piazza solo la tristezza dei martelli pneumatici. È un'amministrazione che sa solo distruggere e non costruire. Sarebbe stato meglio che i soldi, che per mesi hanno detto che mancavano, non ci fossero stati davvero. Ci saremmo risparmiati questa inutile follia».
Amareggiata Lorella Peretti, consigliere di opposizione: «Mi intristisce vedere distruggere il lavoro fatto con tanta passione. Questo non è amore per la città ma sterile e inutile protagonismo». «Per il capriccio di un assessore, a cui le panchine "fanno schifo" - rincara la dose Gianfranco Signorin - e per accontentare qualche commerciante e qualche automobilista si sprecano soldi pubblici e si torna indietro di vent'anni. Privilegiare la pedonalizzazione, costruire una città vivibile a misura di persona, non è di destra né di sinistra, ma è questione di buon senso».
«COSI' SI DA' PRIORITA' ALLE AUTO.» Gli arzignanesi protestano e per Ruggero Marzotto, architetto progettista di piazza Marconi, è una piccola soddisfazione. «Ho sempre avuto riscontri positivi e complimenti per il progetto - afferma -. Ricordo ancora l’inaugurazione: un posto che una volta era un parcheggio, era diventato un luogo di cammino. Mi fa piacere che i cittadini siano contrari all’eliminazione delle panchine». Marzotto ribadisce la propria posizione: «Mi dispiace che si sia deciso di modificare la piazza, perché era stata pensata come luogo prevalentemente pedonale. Mentre così si dà priorità alle auto. Se mi muoverò contro questa decisione? No, la mia è una rivendicazione generica. Le pietre restano, gli uomini passano». L’architetto fa una richiesta: «Spero che i lampioni non vengano toccati. Sarebbe un errore e uno spreco». (NI.NE.)
Articolo di Silvia Castagna dal Giornale di Vicenza del 24 gennaio 2010
Nessun commento:
Posta un commento